Storia

Alcuni cenni storici

Bovegno  è  una  delle  più antiche località  della  Val Trompia,  abitata  già  dalle popolazioni retiche anche  se il primo documento  scritto  che  ne  testimonia  l’esistenza risale  all’epoca  romana. Si  tratta  di  una  stele funeraria, ora murata nella  cella  centrale del Capitolium  di Brescia,  in  cui  si  legge  di un personaggio  di  origine celtica  ormai romanizzato, Staio, figlio  di Esdragasso da Vobenum principe  dei Trumplini, prefetto  della  coorte  dei Trumplini sotto C.Vibio Pansa,e di sua moglie Messava.

 Vobenum , Bovegno,   significa  guado, oppure  luogo  acquitrinoso, ricco  di sorgenti .

Il comune di Bovegno sorse nel XII secolo e si estese acquistando boschi e terreni e assorbendo nel 1339 Magno, dove vivevano tre famiglie.
Facevano parte del sistema difensivo la Torre medievale ,detta impropriamente "romana", che dà sulla piazza Zanardelli e quella di Ludizzo (sec. XII-XIII).
Nel XIII secolo il comune di Bovegno ebbe un notevole sviluppo economico, grazie soprattutto alle miniere di ferro che garantirono sempre ricchezza al paese.

Le 225  pergamene di Bovegno, conservate all’Archivio di Stato di Brescia, documentano, a partire dalla più antica del 1195 fino a quelle del 1566, la vita del Comune  in diversi ambiti:ecclesiastico,politico,economico,demografico,toponomastico.

Nel  1341 vennero  redatti  gli Statuti Comunali ,scritti prevalentemente in gotico da dodici  Sapienti in duecento novantuno capitoli, introdotti dalle parole di Platone ,riportate da Boezio e trascritte dal 1991 all’esterno dell’attuale sala Consiliare.

 Nei nove capitoli dedicati agli Statuti. Minerari, unici in Italia dopo quelli di Massa Marittima, si testimonia la rilevanza del  settore  minerario  con le attività  collegate, come  la produzione  di  carbone  di legna, necessario  per  la  fusione. Altri capitoli evidenziano i  numerosi  contratti per l’acquisto di boschi da  parte del Comune e documentano che  le  acque  del Mella  e  dei  torrenti erano  sfruttate per muovere  le  ruote  di tre mulini comunali e  per  le  concerie. Molti capitoli sono dedicati ai compiti, alle funzioni, alle competenze del Consiglio. Otto capitoli sono scritti per gli Statuti delle vie ,che ci ragguagliano intorno alla già persistente cattiva abitudine di abusare del bene di tutti ,le strade appunto, a proprio vantaggio.

All’inizio del XIV sec. l’importanza del  Comune  è  evidenziata anche dall’esistenza di  due  centri  di potere:  quello  giuridico e  politico, che avevano sede  a Bovegno.

Nel 1427 Bovegno entrò a far parte dei domini di Venezia.


Dai regesti degli Annali del Voltolino, documenti raccolti da Pietro Voltolino parroco presente a Bovegno nel 1765,che partono dal 1335 e arrivano al 1765 ,poiché la successiva documentazione fu distrutta da un incendio, si evince anche una tradizione pedagogica nel Comune. Infatti il 1 maggio del 1551 era presente a Bovegno” un Maestro  di Grammatica stipendiato con L.30 planette per fare essa Scuola.”

Nel 1606 ,in seguito al lascito di Giovanni Brentana, si fondò l’ospedale di Bovegno, uno dei più antichi e allora rilevanti della nostra provincia  e ancora oggi operante sul territorio ,come Fondazione Casa di Riposo San Giovanni.

Nel 1610 Bovegno e le sue frazioni contavano oltre 3 mila abitanti.

Nell'agosto del 1850 il territorio di Bovegno venne devastato da un'alluvione: furono distrutti mulini, il forno fusorio di Brolo e anche le "travate", opere idrauliche lungo il fiume.

Nel 1895  l'economia del comune ebbe un tracollo a seguito del fallimento della "Brescia Mining and Metallurgic Company” che dal 1893 aveva creato posti di lavoro per l’ estrazione argentifera e di cui era presidente onorario Giuseppe Zanardelli.


Nel 1888 venne fondata la prima  latteria sociale del Regno d’Italia, che divenne in seguito Centrale idroelettrica poi colonia estiva dell’istituto Pavoni di Bs ed infine Stringhificio.

Nel 1897 don Giovanni Tanghetti si fece promotore della fondazione di una Cassa Rurale,ancora oggi presente sul territorio come Cassa Padana.

Dopo la prima guerra mondiale si sviluppò un turismo di villeggiatura della borghesia bresciane che qui edificò alcune ville.Il tram a cavalli raggiungeva la vicina Tavernole, indi si proseguiva in carrozza.

A Bovegno, oltre all’aria salubre c’erano fonti d’acqua curative.

Il pomeriggio del 15 agosto 1944 il paese subì la ferocia nazi-fascista:15 persone furono trucidate nella piazzetta di Cimavilla, ora Martiri per la Libertà, in seguito ad un’azione di provocazione dei nazifascisti, che finì  in rappresaglia. Nel 2005, un anno dopo la richiesta di onorificenza che la Municipalità rivolse al Presidente della Repubblica in occasione del 60°anniversario della strage, il Comune fu insignito della Medaglia di bronzo al Merito Civile con la seguente motivazione:  “Centro strenuamente impegnato nelle lotta di liberazione subiva rappresaglia nazifascista che provocava la morte di quindici cittadini innocenti e l’incendio di numerose abitazioni. Nobile esempio di  spirito di sacrificio ed amor patrio.”

Il turismo estivo, unitamente all’industria estrattiva ha continuato ad essere, insieme all’economia rurale, il motore portante dello sviluppo del paese fino agli anni 70;da allora è iniziato il lento ma inesorabile declino del Comune. E’ rimasta l’aria salubre e ci sono luoghi incantevoli da scoprire e godere. Gli edifici,  torri e ponti romanici del sec XII ,nuclei abitativi del sec XV nei piccoli centri storici di ogni frazione, chiese di notevole pregio e di varie epoche, sono la testimonianza permanente dell’antica importanza del Comune di Bovegno

Escursioni facili  conducono  nelle antiche frazioni e località del Comune, altre più impegnative permettono di dominare la valle dall’alto del monte Muffetto, 2060 m.  al massiccio del Monte Crestoso, 2200 m. le cui salite e discese invernali sono il regno incontrastato di solitari praticanti di sci alpinismo.

 

BIBLIOGRAFIA:

- Bovegno di Valle Trompia Fonti per una storia     Ed: Cassa Rurale ed Artigiana di Bovegno 1985

- Atlante Valtrumplino. Uomini, vicende e paesi delle valli del Mella e del Gobbia    Grafo edizioni 1982

- Casa di riposo San Giovanni di Bovegno. Dalle origini(1606 ai giorni nostri) 2002

- Bovegno per la libertà 1943-1945. Fatti e testimonianze della Resistenza   1944-2004: 60°anniversario dell’eccidio

 
Onorificenze
Medaglia di bronzo al Merito Civile

Medaglia di bronzo al Merito Civile

«Centro strenuamente impegnato nella lotta di liberazione subiva rappresaglia nazifascista che provocava la morte di quindici cittadini innocenti e l'incendio di numerose abitazioni. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.»

— Bovegno (BS), 15 agosto 1944

 

 
Le origini del nome

Secondo una leggenda senza fondamento il nome deriverebbe da quello di un comandante celtico arruolato nell'esercito romano. In realtà deriva dal reto-celtico Vöb-egn da cui Böegn.Vob/vad significa guado mentre egn/inn vuol dire fiume quindi "(villaggio in prossimità del) guado del fiume" che i romani latinizzarono in Vobenum, come testimoniato da un'epigrafe del I secolo a.C. conservata presso il museo romano di Brescia mentre nel medio evo assunse l'attuale forma italiana mantenendo però sempre in lingua locale quella originaria di Böegn.

 

Riferimenti Normativi

Ultima modifica: Lun, 30/11/2015 - 18:26